"Ma cosa vuoi saperne te di auto sportive che guidi i trattori? Tu continua a costruire trattori e a me lascia costruire le mie macchine sportive!"
Cosi' rispose il celebre Enzo Ferrari ad un certo Ferruccio Lamborghini, ricco industriale bolognese appassionato di automobili, tanto da vantare nel suo garage ben 2 Ferrari. E poi Maserati, Jaguar e Mercedes..
Siamo nel 1962. Il signor Lamborghini pretendeva di dare consigli al "Drake" su come migliorare la frizione della sua Ferrari del 1958 che non lo soddisfava. E fu cosi' che venne maltrattato dal patron della casa di Maranello. Ma quell'ometto sanguigno dallo spiccato accento bolognese non era di certo uno sprovveduto: l'ingegner Lamborghini, in fatto di meccanica non era inferiore a nessuno. Esperto conoscitore della materia, dopo la 2a Guerra Mondiale, nel 1946, fondo' la sua officina dove inizio' ad assemblare trattori riutilizzando i pezzi di vecchi veicoli militari. Astuto e lungimirante aveva capito subito le potenzialita' del mercato in quella sua terra dalla vocazione agricola che la guerra aveva ulteriormente impoverito di mezzi adeguati. E' dal nulla creo' un impero, negli anni sessanta la Lamborghini Trattori S.p.A. era la piu' grande fabbrica di trattori italiana.
Ma non solo trattori, dopo un viaggio negli Stati Uniti, il vulcanico Ferruccio fondò un’altra azienda che produceva impianti di condizionamento e riscaldamento. Inutile dire che anche questa ebbe un grande successo.
Competente e perfezionista, volendo fare un paragone, Lamborghini rappresentava per i trattori quello che Ferrari rappresentava per le automobili.
E se in quegli anni lo spessore di un industriale si misurava da quante maestranze egli avesse a libro paga, beh allora si puo' di azzardare che Lamborghini era un livello superiore. Fu anche per questa ragione che la mancanza di rispetto di Ferrari, che lo fece addirittura attendere a lungo in piedi fuori dal suo ufficio, assunse una dimensione inaccettabile, tanto da spingere il sanguigno Ferruccio a lanciare la sfida al suo amico-rivale:
"Adesso ti faccio vedere io come si costruisce una vera auto sportiva!".
Arrivato in fabbrica, fece riparare la frizione della Ferrari con pezzi di trattore e poi disse:
"Da domani costruiamo automobili."
E da quel giorno nessuno riusci' a fargli cambiare idea: nonostante i consigli a desistere di chi gli era vicino, egli era deciso nel suo progetto e in un solo anno costrui' a Sant'Agata Bolognese una fabbrica nuova di zecca.
Siamo nel 1963. Nessuno avrebbe mai creduto che la follia di quel costruttore di trattori potesse concretizzarsi cosi' velocemente. Ma Lamborghini, visionario ma pragmatico, stupi' tutti. Al Salone dell'Automobile di Ginevra del marzo 1964 fece la comparsa la prima granturismo firmata Lamborghini, la 350 GTV, una lussosa coupe la cui linea classica non poteva certo far sospettare che sotto al cofano celasse un nuovo motore 12 cilindri a V con 2 alberi a camme in testa per bancata di 3,5 litri per 360cv di potenza! Disegnato dal grande progettista toscano Giotto Bizzarrini, il motore risulto' riuscitissimo, una vera belva, ben 4 alberi a camme e 6 carburatori doppio corpo. Lo stesso storico motore che equipaggera' tutte le lamborghini piu' estreme e che a tutt'oggi viene ancora montato sulle supercar di Sant'Agata Bolognese.
Ma il vero capolavoro sarebbe nato di li' a poco: l' unica, irripetibile, granturismo apparve nel 1966.
Ogni salone dell'auto ha le sue "star". Quello di Ginevra del 1966 non fece eccezione e la sua stella fu molto splendente. Il suo nome era Miura, il suo cognome Lamborghini.
La Migliore di tutte, che in dialetto bolognese si dice:
La Miura.
Miura era anche il nome di una famosa razza di tori da corrida, particolarmente pericolosi e aggressivi. Lamborghini era del segno del toro e il toro divenne il simbolo delle sue macchine.
"Se Ferrari ha voluto il cavallino, io per simbolo voglio il toro, un toro scatenato. Voglio un'automobile con le palle di un toro".
La Miura, una scultura da 300 all'ora.
Colse di sorpresa il mondo dei motori e impressionò la Ferrari, anche se nessuno pensava che la si sarebbe mai vista su strada.
La bellissima linea si deve alla matita di un giovane designer (neo assunto!) alla carrozzeria Bertone di nome Marcello Gandini. Una peculiarità era data dalla forma che assumevano le portiere una volta aperte: richiamavano le corna di un toro.
Bella come più non si poteva, veloce come più non si immaginava fece di botto invecchiare tutte le concorrenti alzando il target di riferimento delle granturismo dell'epoca.
Aveva proporzioni incredibili e un fascino fatale. Ti faceva innamorare a prima vista. Volava a 300 all' ora.
Non era soltanto bellissima: telaio scatolato con sospensioni indipendenti, motore trasversale in posizione centrale tra l' abitacolo e assale posteriore, come mai nessuno aveva osato fare prima, l'unica vettura stradale ad adottare questa disposizione.
Il suo cuore era un 12 cilindri di 4 litri realizzato da Giotto Bizzarrini da 350 Cv, poi diventati 370 e infine 385.
Guidata sulle strade dell' epoca, non aveva rivali purché non portata al limite dove pochi erano in grado di domarla.
Ferruccio Lamborghini contattò Bizzarrini per realizzare un motore per la sua auto e, si dice, gli garantì un bonus per ogni cavallo in più rispetto al motore V12 montato sulle Ferrari di quel periodo. Bizzarrini aveva nel cassetto un suo progetto di motore da Formula 1 e realizzo' quello che è considerato uno dei migliori motori mai realizzati. Secondo Bizzarrini il motore poteva arrivare a 400 cv a 11.000 giri se veniva adottato il sistema di alimentazione ad iniezione, ma le prestazioni apparvero più che adeguate e la potenza inizialmente si attesto sui 350 cv. Con piccole modifiche e miglioramenti, viene utilizzato ancora oggi sulle Lamborghini.
Ma torniamo al nostro eroe: quando si ritiro' dalla scene nella sua tenuta dove produceva vini, altra sua passione, quel gran personaggio del Ferruccio penso' bene di regalare ai posteri un'ultima sua creazione, un vino dal colore rosso rubino con riflessi porpora invecchiato 42 mesi in botte di rovere chiamato Colli del Trasimeno ma diventato celebre e conosciuto da tutti come
Sangue di Miura. E anche qui, inutile a dirsi, fu un successo.
Il resto e' storia nota. Le Lamborghini sono passate alla storia dell'automobilismo annoverate come le piu' estreme granturismo di tutti i tempi, dalla Miura, alla Countach alla Diablo le supercar piu' ambite e sognate al pari e a volte piu' delle Ferrari, come aveva desiderato Lamborghini.
Che altro aggiungere? Un uomo, una leggenda: Ferruccio Lamborghini.