sabato 18 febbraio 2012

legge anticorruzione

I “tecnici” di Monti possono toccare le tasse e le pensioni, ma rischiano di cadere sul campo se a finire sotto attacco sono i reati della Casta. Tutto questo mentre la Corte dei Conti denuncia che la corruzione costa allo Stato 60 miliardi di euro all’anno (10 volte tanto quanto costava all'epoca di Mani Pulite), e soltanto 75 milioni vengono recuperati in Tribunale.

“Dopo Mani pulite le leggi sono cambiate in peggio”, denuncia il coordinatore nazionale Pierpaolo Romani. “Penso alle riforme dell’abuso di ufficio, con la maggioranza di centrosinistra, e del falso in bilancio, con quella di centrodestra”. Quanto al disegno di legge attuale, “prevede norme discutibili, come quella che affida al governo la stesura delle regole sull’incandidabilità, senza distinzione tra controllati e controllori”. Ma al di là dei codici, “i partiti hanno grandi responsabilità. E’ stato il presidente della commissione antimafia Beppe Pisanu a dire che 45 candidati alle ultime amministrative erano ‘indegni’. Non mi risulta che qualcuno di loro si sia tirato indietro”.

Vent’anni dopo Mani pulite, l’Italia non ha ancora una legge efficace contro la corruzione. E continuerà a non averla per un bel po’. Perché se passasse il testo del Popolo dei Ladri, resterebbe “acqua fresca”. Se, come più probabile, la Camera dovesse introdurre alcune delle modifiche richieste, il testo dovrebbe tornare nuovamente al Senato. L’anno prossimo la legislatura finirà e sarà la “volontà politica” di portarlo a termine a stabilirne la sorte.. indovinate come andrà a finire?

La politica, di destra e di sinistra, salverà i ladri.


Nessun commento: